Giro d’Italia 2020, un corridore rimasto anonimo rivela le sensazioni in gruppo: “Corriamo come fosse l’ultimo giorno. Presto situazione molto brutta, ma RCS può solo coprire il danno che ha causato”

Continuano le polemiche al Giro d’Italia 2020. Stavolta però non si tratta di fatti di corsa come avvenuto con le polemiche tra Thomas De Gendt ed Einer Rubio, o tra Larry Warbasse e Ruben Guerreiro o quella tra Jakob Fuglsang e Vincenzo Nibali che ha catturato la maggior parte dell’attenzione mediatica. Stavolta le polemiche sono sul coronavirus dopo i contagi individuati ieri che hanno portato al ritiro in blocco di Mitchelton-Scott e Jumbo-Visma. Un corridore che ha chiesto di restare anonimo (dichiarazioni dunque da prendere con le pinze) ha rivelato a Cyclingnews le sensazioni all’interno del gruppo.

“Non c’è molto da dire, solo che alcuni corridori non si sentono sicuri sapendo che potrebbero prendere il virus ogni giorno o che la corsa possa finire in ogni momento – ha dichiarato questa fonte anonima – Sembrano anche esserci diverse a regole a seconda dei team, tutti ci aspettiamo nuovi casi nei team con persone contagiate, perché hanno lavorato a contatto con i corridori e sono stati a cena con loro, il prossimo giorno di riposo lo dimostrerà”.

Il corridore che ha parlato con Cyclingnews ha poi anche voluto lanciare anche una provocazione: “Il problema è che quando i risultati di quei test (quelli del prossimo giorno di riposo – ndr) arriveranno sarà troppo tardi. Inoltre, non è chiaro perché le squadre con corridori ben piazzati in classifica restino e altri team vadano a casa. Fa venire il dubbio che i risultati siano più importanti della salute. Tutti ad esempio si chiedono perché la Sunweb sia ancora qui quando Matthews è stato un contatto stretto di tutti i corridori”.

Infine, riprendendo un po’ le parole di Jos Van Emden, questo corridore misterioso ha sottolineato che in pratica non esisterebbe una vera e propria bolla: “Non ci sono vere e proprie bolle, dobbiamo condividere con altri team, con gli organizzatori e non abbiamo sale private per mangiare, ma dobbiamo stare in sala insieme a tutti. Indossiamo solo le mascherine 24 ore al giorno e l’unica bolla intorno a noi è quella che abbiamo nelle nostre mascherine. Corriamo come se fosse l’ultimo giorno. I corridori parlano e si dicono che è folle e presto la situazione sembrerà molto brutta, ma RCS non può far nulla, a parte coprire il danno che hanno causato agli individui che si sono contagiati alla loro corsa. Vogliamo solo andare a casa e sentirci sicuri”.

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